Come funziona SporeScout sul campo: il monitoraggio delle spore in pochi minuti
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Basta pochi minuti per monitorare le spore direttamente in campo, senza strumenti complessi. Ecco come SporeScout semplifica tutto il processo.
Un dispositivo tascabile che cambia le regole
SporeScout nasce da una semplice esigenza: monitorare la presenza di spore patogene direttamente in campo, senza attrezzature ingombranti o competenze tecniche avanzate. Fino ad oggi, la rilevazione delle spore richiedeva strumenti di laboratorio, operatori specializzati e tempi lunghi. Con SporeScout, bastano pochi minuti e un gesto semplice per iniziare un processo di diagnosi precoce ad alta precisione.
È uno strumento pensato per agricoltori, tecnici e cooperative: leggero, autonomo e intuitivo. Ma soprattutto, è progettato per essere usato dove serve, al momento giusto.
Come si usa: un processo in tre fasi
L’uso di SporeScout è estremamente semplice, ma dietro la sua facilità si nasconde una grande ingegneria.
Inserimento della cartuccia – Ogni sessione di campionamento inizia con l’inserimento di una cartuccia sterile, dotata di QR code univoco per garantire la tracciabilità.
Campionamento automatico – Una volta avviato, il dispositivo aspira l’aria circostante per un periodo prestabilito. Le spore presenti vengono catturate su un supporto adesivo interno. Il flusso è calibrato per massimizzare l’efficienza del prelievo anche in presenza di venti leggeri o umidità.
Chiusura e invio – Terminato il prelievo, la cartuccia viene sigillata automaticamente. A questo punto è pronta per essere inviata ad AISPOT o analizzata in sede (quando sarà disponibile SporeFinder Pro in versione stand-alone).
Tutto il processo richiede meno di 10 minuti. L’operatore può quindi passare da un appezzamento all’altro, raccogliendo dati reali sul campo in modo estremamente efficiente.
Dove si posiziona: strategia e copertura
SporeScout funziona ovunque ci sia aria: non richiede alimentazione continua, né connessione. Può essere utilizzato in frutteti, serre, vigneti o campi aperti. La posizione di campionamento può essere strategica – ad esempio, in punti sensibili alla diffusione dei patogeni – oppure distribuita, per creare una mappa di rischio più ampia.
È anche possibile usare più SporeScout in contemporanea su diversi campi o varietà, mantenendo un’identificazione chiara grazie ai QR code. Questo lo rende ideale per consorzi, tecnici agronomi e strutture che seguono decine di appezzamenti.
Cosa succede dopo
Una volta completato il campionamento, le cartucce vengono raccolte e analizzate. Se si dispone di un laboratorio dotato di SporeFinder Pro, è possibile avere i risultati in autonomia. In alternativa, è possibile spedire le cartucce ad AISPOT, dove i nostri tecnici effettuano l’analisi con riconoscimento automatico delle spore.
Il report viene generato in formato digitale e reso disponibile entro 24 ore. Contiene le specie rilevate, e la quantità di spore per metro cubo campionate, utile per decidere se e come intervenire.
Perché è uno strumento che fa la differenza
SporeScout permette di trasformare un’intuizione – “forse ci sono spore in circolazione” – in un dato concreto e geolocalizzato. Questo consente di intervenire solo quando serve, ottimizzando la difesa fitosanitaria e riducendo l’impatto ambientale.
La sua forza è nella semplicità: chiunque può usarlo, ovunque. È lo strumento che mancava tra campo e laboratorio, tra intuizione ed evidenza.
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